Romano, l'artista e il genio

Pur essendo stato un musicista di alto livello, nonché un poeta di rilevante spessore, è come pittore e scultore che il Battaglioli si è rivelato capace di trasmettere emozioni straordinariamente continue e profonde, con un'originalità che ne sancisce inequivocabilmente la grandezza ed una tecnica così perfetta quanto inusuale, per la capacità di trasformare gli infinitesimali punti a china in volumi di potente colore, le spazzolate di olio in tenui sfumature come di acquarello.

 

La ricerca continua della perfezione, sfocia in amalgami di colori concreti eppure talvolta quasi sussurrati, al fine di svelare ciò che l’io pittorico di Romano ambiva sempre raggiungere ovvero il trionfo della luce.

In tal senso il passare degli anni acuiva in ogni disegno il contrasto tra il bianco ed il nero, tra il chiaro e lo scuro, appena accennato nei primi disegni a china degli anni ’70 e quasi urlato negli ultimi squarcianti capolavori del Battaglioli, come se il passare del tempo ed il susseguirsi dell’umana sofferenza avesse scurito ed appesantito anche i colori della sua anima, ma allo stesso tempo accentuato lo splendore e l’importanza di una luminosità rappresentata dalla certezza di Dio, in una Speranza palesemente espressa in ogni sua opera.

 

Alla vigorosa esuberanza del Battaglioli uomo si contrapponeva la mistica solitudine della disegnata figura grevemente umana, ma sempre avvolta in un’armonia lenta e possente di chiara fede.

 

Romano è stato capace, come solo i grandi artisti riescono, di far arrivare il proprio messaggio non solo a critici preparati ed esperti, ma anche – soprattutto - alla gente comune, incapace di rimanere indifferente davanti alle opere del Battaglioli.

 

Artista vero, in ogni sua espressione di vita, definito “genio” da chi riusciva a coglierne appieno la ricerca di una solo apparente semplicità figurativa, primo e quasi ingannevole strato di una complessa poesia intimistica. Una delle persone più autorevoli che considerava un genio il Battaglioli è stata Angiola Maria Romanini, figura di importanza assoluta ed autorevole nel mondo dell’arte in qualità di Direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università “La Sapienza” di Roma e Consigliere del Presidente della Repubblica per la conservazione del patrimonio artistico, che scrisse alcune mirabili recensioni sul Battaglioli, e con le cui parole è doveroso concludere questa breve disamina delle opere di Romano: “…un disegno capace di penetrare e misurare le trasparenze incerte del sogno”.