Principali recensioni

Angiola Maria Romanini

Direttore dell'Istituto di Storia dell'Arte, Università di Roma

Consigliere del Presidente della Repubblica per la conservazione del patrimonio artistico.

 

L'incontro con la scultura ha avuto importanza decisiva per Romano Battaglioli. Ha svelato le dimensioni tragiche di quello che nelle prime pitture poteva ancora apparire idillio e gentile lamento sommesso.

Tra l'occhio e il reale stava, nei primi dipinti, una sorta di schermo che aveva l'apparenza di un velo, una "nebbia luminosa" prossima a diradarsi.

La scultura ha mostrato la ben diversa natura rocciosa di questo schermo. Non è nebbia ma pietra di macigno che, più a fondo va lo scalpello che incide, più risuona intatta, un granito di dimensioni abissali.

Tommaso Paloscia

da "La Nazione" di Firenze

 

Di Romano Battaglioli ricordiamo qualche opera monumentale e molti bassorilievi tutti scolpiti in pietra serena, per sviluppare un tema nel quale si racchiude nei suoi momenti essenziali uno stato d'animo: dalla sensazione di solitudine dell'uomo nello spazio, che opprime col suo silenzio immenso quasi apocalittico, alla fase conclusiva che consiste in un "ritrovarsi", emblematicamente rappresentato da un abbraccio in cui permane la tristezza dell'essere.

In questa analisi la scultura di Battaglioli vive le sue scoperte quotidiane, tecniche ed estetiche. E quando le medesime forme si realizzano, quasi labili, nella pittura tonale, chiarissima, le immagini conservano la poesia che è nelle sculture.

Sta in una ricerca ansiosa e mai paga e continua la consistenza dell'arte di Romano, tavolta sospesa a ipotesi quasi inafferabili, spesso aderente alla realtà di una stupenda condizione fermata con preciso rigore sulla pietra toscana.

Emilio Delfino

dall' "Avanti" di Milano

 

Nella pietra serena, la materia, graffiata ed incisa, crea spazi profondi per la sua solitaria tristezza, ed i volumi, pur ridotti a forme essenziali, evidenziano la figura, protagonista di una moderna tragedia senza parole.

Giorgio Mascherpa

da "L'Avvenire" di Milano

 

Romano Battaglioli è un pittore che sa raggiungere un lirismo coloristico al limite della più pura estrazione spirituale.

Sua dote percipua, oltre alla citata finezza cromatica, quella di creare una sospesa atmosfera di attesa, di raccolta meditazione.

Franco Riccomini

da "La Nazione" di Prato

 

Un poeta delle atmosfere, che riportava questi suoi soggetti anche sulla tela, li scolpiva nel marmo trovando risposte alla sua inquietudine mascherata dietro un volto sorridente, a testimonianza della sua eccellenza nell'arte con la quale ha camminato per lunghi anni inserendosi nel più qualficato panorama dell'arte pratese e non. 

Don Giuseppe Billi

Presidente della Commissione Nazionale Arte Sacra

 

Romano Battaglioli, artista di personale ed incisivo carattere (umano e cristiano), viene indentificato - ormai - con quella sigla di soprannaturale "pietas" biblica, di Dio "Padre e Madre" che abbraccia il figlio in un amore di tenerezza infinita.

Un'attenzione particolare la meritano i suoi disegni: genere autonomamente eccezionale, con la sua raffinata linea " chiusa", cioè di profondo scavo interiore, di solitario ma incantato silenzio.

Il Battaglioli, come vero grande artista, rimane una pietra fondamentale di civiltà e di cultura a Prato e - ripeto - non solo.

Marco Tonacini-Tami

dalla "Rivista di Lugano"

 

La poesia s'incarna in figure umane reclini e chiuse, ma stanti come offerte, in spazi sotto mobili cieli.

Vi è un'altra caratteristica ben marcata nelle opere del Battaglioli: esse rivelano una conoscenza approfondita del soggetto, che si trasforma in eleganti forme, geometricamente perfette, la quali si fondono armoniosamente tra di loro. Un vero godimento interiore e visivo.

Sue opere di pittura e scultura si trovano in collezioni di numerosi Paesi, tra i quali: Stati Uniti, Libano, Svezia, Francia, Germania, Austria, Belgio, Svizzera, Lussemburgo, Danimarca, Olanda e Giappone.

1986, Romano Battaglioli consegna al Papa Giovanni Paolo II, in visita a Prato, una scultura in Onice Bianco: "Calvario".
1986, Romano Battaglioli consegna al Papa Giovanni Paolo II, in visita a Prato, una scultura in Onice Bianco: "Calvario".